Maggio, mese di Palio!, La nostra storia,

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Pe@nut94
view post Posted on 12/5/2014, 13:07




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La città di Legnano è divisa in 8 contrade, come rappresentato nella cartina sopra riportata, ogni contrada possiede il proprio Maniero, luogo di ritrovo per i contradaioli. Le contrade sono contraddistinte ognuna dai propri colori e simboli.
Io sono di Legnarello! :wub:

Le contrade
La flora: È situata nella zona "oltre stazione", la contrada fa riferimento alla chiesa dei Santi Martiri. La leggenda vuole che la contrada debba il suo nome alla gioiosa esultanza delle donne del quartiere dopo la battaglia di Legnano. Dopo la vittoria, al passaggio della Lega Lombarda, queste donne gettarono dei fiori ai piedi dei soldati. Secondo questa tradizione, il colore rosso simboleggia il sangue dei soldati lombardi mentre quello blu la gloria militare. Il significato che oggi è associato ai colori della contrada è invece il seguente: il rosso indica il coraggio, l'ardore, la forza e la tenacia, mentre il blu la lealtà cavalleresca. Vittorie: 7
Legnarello: È situata nella zona oltre Sempione, la contrada fa riferimento alla chiesa del Santo Redentore. A Legnarello sono state trovate le testimonianze archeologiche più antiche del Legnanese. Il suo territorio include la contrada soppressa di "Cascina Olmina", che fu inglobata a Legnarello nel 1952 perché il quartiere a cui faceva riferimento non era molto abitato e quindi aveva difficoltà a sostenere economicamente la partecipazione al Palio. I colori ed il gonfalone di Legnarello sono legati ad una leggenda e ad un fatto storico. Entrambe le spiegazioni sono collegate al dominio spagnolo sul Ducato di Milano, durante il quale Legnarello diventò un quartiere gentilizio abitato da nobili iberici. Il rosso ed il giallo sono infatti i colori nazionali spagnoli. La leggenda racconta che l'hidalgo Don Pedro de Torquemada era solito indossare in combattimento degli abiti per metà rossi e per metà gialli . Nonostante l'alta visibilità degli indumenti, i suoi nemici non riuscirono mai a colpirlo e quindi il nobile spagnolo decise di issare sulla sua dimora una bandiera rossa con un sole giallo. Il fatto storico è invece collegato a Donna Consuelo dei Melzi D'Eril. La nobildonna spagnola morì di peste nel 1621 e come lascito stabilì che nella sua casa si sarebbero conservati i vessilli giallo-rossi del Governatore di Cordoba. Queste insegne diventarono poi il simbolo di Legnarello. Vittorie: 9
San Bernardino: È situata nella zona "oltre stazione" , la chiesa di riferimento della contrada è quella di San Bernardino. Sono due le leggende che spiegano i colori della contrada. La prima narra di un capitano d'arme che voleva condannare a morte una fanciulla per aver respinto il suo amore. Tale capitano avrebbe graziato la giovane solo se le campane della chiesetta di San Bernardino avessero risuonato senza l'intervento umano. Subito dopo il primo fendente vibrato dall'aggressore, le campane iniziarono a suonare da sole e ciò calamitò l'attenzione di alcuni cavalieri di passaggio, che intervennero traendo in salvo la fanciulla. La seconda leggenda racconta invece dell'aggressione patita da una fanciulla da parte di un orso nelle campagne della contrada. Alla sua richiesta d'aiuto, gli abitanti fecero suonare le campane della chiesa di San Bernardino. Il loro suono fu udito da alcuni cavalieri di passaggio, che salvarono la giovane. In entrambe le leggende, le tuniche delle due ragazze, sporcate dal sangue, divennero la bandiera della contrada. Il bianco infatti indica la purezza della fanciulla, mentre il rossola sua regalità d'animo. Vittorie: 9
San Domenico: È l'unica contrada che non confina con nessun altro comune. La contrada fa riferimento alla chiesa di San Domenico. La leggenda racconta di un cane che rinvenne nei campi della contrada duetibie appartenute a guerrieri periti nella battaglia di Legnano. Il cane diede le ossa agli abitanti del rione e li accompagnò con una torcia accesa in bocca in un luogo che poteva essere consono ad un'onorevole sepoltura. In questa leggenda, il verdesimboleggia il colore dei campi, mentre il bianco le ossa dei soldati periti nella battaglia. Il simbolo della contrada, cioè un cane con in bocca una torcia, oltre ad essere collegato alla prima leggenda narrata, deriva anche dall'ordine religioso dei Domenicani, che infatti venivano chiamati i "Levrieri del Signore", vale a dire i portatori della luce della fede. Vittorie: 6
San Magno: È situata nella zona centro-sud della città. La contrada fa riferimento alla Basilica Romana Minore di San Magno. La leggenda più famosa e conosciuta, tra quelle che narrano l'origine dei colori della contrada, racconta che molto tempo fa nell'odierna piazza San Magno si ergesse un grosso cerro[4]. Nel giorno del Santo patrono, il 5 novembre, un agricoltore si mise a contemplare l'albero ammirandone la capacità di sopportare il gelo e la neve. Il contadino espresse così il desiderio di poter resistere nella stessa maniera alle difficoltà della vita. In quel momento comparì San Magno, che si offrì di soddisfare il desiderio dell'uomo donandogli il vigore, la temerarietà e la potenza di un leone. Il Santo ordinò all'agricoltore di uccidere un coniglio e avanzare sul terreno, ammantato di neve, dove era stato versato il sangue dell'animale. Il contadino eseguì gli ordini, e quindi San Magno esaudì il suo sogno e lo trasformò in leone. Compiuto il prodigio, il Santo sparì improvvisamente senza accontentare l'agricoltore che chiedeva di ritornare uomo, castigando così la sua superbia. Il bianco della neve ed il sangue del coniglio diventarono quindi il simbolo della contrada. Nello stemma della contrada è presente, sopra il campo rosso di sinistra, la mitria di San Magno. Al centro, sopra il colore bianco, sono raffigurati il suo ombrello vescovile e le sue chiavi prepositurali, mentre sopra il campo rosso di destra è rappresentato il suo bastone pastorale. Vittorie: 11
San Martino: È situata nella zona centro-nord della città, verso il confine con i comuni di Castellanza e Busto Arsizio. La leggenda narra che un nobile vassallo di Carlo Magno si perse tra i campi della zona. Il vassallo chiese ad un boscaiolo la via da seguire per ritrovare la strada. Il boscaiolo gli indicò una formazione nuvolosa a forma di croce e gli disse che se l'avesse seguita avrebbe trovato la direzione giusta. Il nobile, per ringraziarlo, permise al boscaiolo di utilizzare la croce bianca in campo azzurro come simbolo della propria casata. Successivamente il vassallo fece ratificare lo scudo dall'Imperatore stesso. Vittorie: 4
Sant'Ambrogio: È situata nella zona centro-sud della città. La contrada fa riferimento alla chiesa di Sant'Ambrogio, che è la più antica della città. I colori della contrada sono spiegati da una leggenda e da un fatto storico realmente accaduto[2]. La leggenda racconta che una volta all'anno, in una notte di febbraio, un demone dalla pelle gialla aveva l'abitudine di aggirarsi per il borgo vestito di una vecchia tunica verdastra con l'obiettivo di recarsi nella chiesa di Sant'Ambrogio e compiere dei furti. Le scorribande durarono fino a quando il parroco, stanco di questi furti, infilò nella serratura del portone d'ingresso una coroncina di rosario: in questo modo il demone trovò le sue chiavi ostacolate e mise le dita per liberare il foro, ma toccando l'oggetto sacro si sgonfiò e morì, lasciando sul sagrato la sua pelle giallastra ed il mantello verde. Il mattino seguente i fedeli, recandosi in chiesa, trovarono tali resti e adottarono questi colori a simbolo della contrada. Vittorie: 6
Sant'Erasmo: È situata a sud-est e confina con i comuni di San Vittore Olona e Cerro Maggiore. La contrada fa riferimento alla chiesa di Sant'Erasmo, il corvo, simbolo della contrada, ha origine da una leggenda legata all'antico convento di Santa Caterina. Si narra infatti che da questo monastero, ad un certo punto, iniziò a scomparire del cibo e quindi il Padre superiore decise di istituire un servizio di guardia che controllasse la dispensa. Il mattino seguente i frati videro entrare dalla finestra un corvo dal piumaggio così nero e lucido tale da apparire azzurrognolo. L'animale ad un certo punto rubò del pane e del formaggio dalla dispensa, e scappò fuori dalla finestra. I frati seguirono il corvo e videro l'animale volare verso un gruppo di tre anziani raggruppati intorno ad una tovaglia bianca. A questo punto l'animale scese dai tre e diede loro il cibo. Per ringraziare Dio del miracolo, i tre frati decisero di costruire un ospizio. Tale ricovero fu poi dedicato a Sant'Erasmo, dato che vicino al luogo dove gli anziani consumarono il pasto era presente una piccola cappella dedicata al Santo. Per tale motivo l'azzurro dello stemma della contrada simboleggia il cielo e la carità, mentre il bianco l'amore e la saggezza. Il gonfalone invece richiama il corvo, il suo piumaggio azzurrognolo e la tovaglia bianca dei tre anziani.
Vittorie: 12
CITAZIONE
Tratto da Wikipedia e modificato da me

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